Con il risultato ottenuto durante le elezioni, la sinistra in Italia è sparita, spiega Bertinotti. La Meloni? “Capace e intelligente”.
Secondo Fausto Bertinotti, a seguito del risultato delle elezioni politiche tenutesi il 25 settembre, “non c’è più la sinistra”. La vittoria della destra è stata netta. Per Bertinotti, ex politico e sindacalista italiano, “Purtroppo per chi è di sinistra, la sinistra politica non c’è più. Il Pd si è annegato nella governabilità e sarebbe preferibile che si autosciogliesse.”
In Italia la sinistra non esiste più
E continua: “La destra, invece, si potrà definire meglio nella concreta esperienza di governo. Di certo Giorgia Meloni, con la scelta dell’atlantismo e della continuità delle politiche economiche di Draghi, si colloca perfettamente nel solco dell’assetto oligarchico-tecnocratico di questa Europa”.
A quanto pare, “Le elezioni hanno verificato quello che era un dato acquisito.” L’opinione di Fausto Bertinotti è chiara ed esordisce senza paura: “La sinistra politica è scomparsa, fagocitata da un assetto moderato, il centrosinistra di prodiana fonte, nel quale si è operata una trasmigrazione di campo, passando dalla difesa degli interessi popolari, attraverso il paradigma della governabilità, al governo degli interessi generali del sistema economico e sociale”.
Sono queste le parole di Bertinotti rilasciate durante un’intervista su Quotidiano.net. Per quanto riguarda il Partito Democratico, invece, “si è annegato nella governabilità che ha formato una costituzione materiale, un assetto dei gruppi dirigenti e un modo di essere che lo rende irriformabile. E per questo non penso che sia un j’accuse quello di suggerire al Pd l’autoscioglimento, bensì l’indicazione di una possibile risalita per la sinistra”.
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Le controriforme di Meloni
Secondo Bertinotti, la destra guidata da Giorgia Meloni punta a cambiamenti significativi che hanno tutta l’aria di apparire come delle vere e proprie controriforme. Poi, riferendosi alla leader di Fratelli d’Italia, la definisce “capace” ed “intelligente”.
E prosegue: “Francamente, però, mi sembrano condizioni preliminari per governare, ma non è da questo che si rivelerà il suo profilo futuro. Ma da come affronterà il governo. E, comunque, è un altro segno dei tempi che lei mi chieda della Meloni e non di Fratelli d’Italia: perché vuol dire che siamo costretti a passare dalla cruna dell’ago di interpretare una soggettività politica non dall’impostazione del partito, ma dalla personalità della leader”.